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 IGIENE DELL'ASSASSINO



Non c'è molto di più delizioso al mondo di un buon dialogo. Le battute, i botta e risposta che assumono una vita propria, senza mai risultare forzati, portano la storia in luoghi che non ci si aspetterebbe mai di raggiungere. Non capita spesso che un romanzo composto da passaggi quasi esclusivamente dialogici abbia una tale vita, una qualità tridimensionale che un eccesso di dettagli potrebbe solo ostacolare. Ma è proprio questa la situazione di Hygiene and the Assassin della Nothomb. Si tratta della prima opera della Nothomb, pubblicata nel 1992 quando aveva 25 anni. Nell'ottobre di quest'anno, Europa Editions ha pubblicato la versione inglese del testo in Nord America, ed è una traduzione eccezionale.

I dialoghi di piccole dimensioni vivono o muoiono in base alla qualità della loro traduzione. Nel caso di Hygiene and the Assassin, il libro stesso si basa su una struttura ritmica serrata che richiedeva una traduzione perfetta, e così è stato. Non c'è una parola che non si adatti squisitamente al sapore dell'opera che, a dire il vero, a volte è difficile da digerire ma impossibile da distogliere.

La storia è semplice: un autore obeso, misogino e pieno di odio, vincitore di un premio Nobel, sta morendo di cancro in tarda età, dopo aver completato l'opera della sua vita (lasciando un romanzo incompiuto, come ogni autore che si rispetti, sostiene). L'autore, Prétextat Tach, decide di permettere a un piccolo gruppo di giornalisti di intervistarlo, le prime interviste che abbia mai avuto. Nessuno è preparato al livello di perversione insito in questo individuo.

Uno dopo l'altro, i primi giornalisti vengono sventrati dall'autore solitario e, a metà delle 167 pagine del libro, ne rimane solo uno. Si chiama Nina e sa più cose sull'autore di quanto lui possa sospettare. Da questo momento in poi il libro è un unico, ininterrotto capitolo di 90 pagine in cui Nina e Prétextat si fanno a pezzi in uno scontro verbale splendidamente coreografato.

Dire di più sarebbe un disservizio. È un libro inquietante, una lettura a volte difficile da digerire, ma anche una delle storie più avvincenti e sapientemente scritte che io abbia mai letto. Lo ammetto, sono un amante delle conversazioni, e che una di queste si sviluppi per quasi 90 pagine, aumentando continuamente il livello di astio che esiste tra i due e alimentando al contempo un rispetto perverso che può nascere solo tra due persone che non desiderano altro che vedere l'altro lasciato debole e senza possibilità di ricorso, è stato qualcosa di speciale. Questa è la definizione stessa di lettura unica.

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