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 CIELI IN FIAMME




""Mattia, il tipo che ogni anno muffiva nel gabbiotto dell’ingresso, andò loro incontro. Vent’anni, magro, indossava una tuta mimetica pure quando il caldo voleva ucciderti. Due anni prima se l’era rischiata schiantandosi in auto contro le fioriere in piazza Dante. Sfondato il parabrezza, era poi finito contro il cartellone di Chanel. E da allora sbavava, aveva tic strambi, e non parlava mai con nessuno e guardava tutti in cagnesco.""

Chi è la persona che ogni mattina incontriamo allo specchio? Quanto ci riconosciamo nel nostro sguardo e quanto ci vorremmo diversi da come siamo? Nel 2019 Niccolò ha diciotto anni e una storia famigliare complicata, per lui è impossibile non scorgere sul proprio volto le tracce del passato dei genitori. L'arroganza e la crudeltà con cui agisce lo aiutano a sentirsi libero, ma forse non fanno che spingerlo sempre più in un destino già scritto: quello del padre, Riccardo. Riccardo ha trentasei anni ed è un uomo al capolinea che vorrebbe il perdono del figlio. In auto, i due andranno verso Sud, verso Camporotondo, dove tutto ha avuto inizio diciannove anni prima. Lungo la strada Niccolò cercherà il significato del proprio passato, Riccardo la redenzione. Estate 2000: Teresa è un'adolescente che vive male, soffocata tra una madre incattivita dall'infelicità, un padre depresso e coetanee alle quali crede di doversi uniformare pur sentendosi lontana dai loro interessi e desideri. Quando, in vacanza a Camporotondo coi genitori, incontra Riccardo, diciottenne bellissimo e feroce, capisce che lui sarà il suo salvatore e insieme il suo carnefice. Cieli in fiamme è un romanzo potente, in cui la generazione dei figli guarda i genitori e li scopre inadeguati, adolescenti loro stessi, una visione dura ma nient'affatto priva di pietas. Pur così giovane, Mattia Insolia ha una poetica, la determinazione di esplorare la confusione, le contraddizioni, il furore, la vitalità di due generazioni: genitori e figli. Nella sua scrittura convivono in maniera originale ed esplosiva un'essenza antica, un passo da tragedia, e una sensibilità totalmente contemporanea, vicina al miglior cinema di questi anni.

""Ritto, l’acqua alla vita, dava le spalle agli altri due e fissava lei, Teresa. Dal nulla le labbra gli si stirarono in un sorriso largo, un sorriso che lasciò gli occhi duri. E qualcosa in quell’espressione glielo rese spaventoso.

Teresa, di fronte a quel ghigno tutto circondato dalle fiamme sul mare, si sentì in pericolo. In pericolo come se quel selvaggio fosse stato il cacciatore designato a scrivere la sua fine, venuto al Villaggio per braccarla e ucciderla.

E, sorpresa di sé stessa, si ritrovò a sorridere pure lei."


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